L’AB 212 è un notissimo elicottero prodotto in Italia su licenza della statunitense Bell dalla società italiana Agusta (oggi AgustaWestland). Fa parte quindi della grandissima famiglia degli elicotteri medi Bell, diffusi in tutto il mondo, sia per esportazione che su licenza, basati sull’originale UH-1N. Quest’ultimo elicottero capostipite ha volato per la prima volta nel lontano 1968. L’Agusta ha iniziato a produrre la sua versione (appunto, l’Agusta-Bell 212) nei primi anni 70. Ebbene, dopo numerosi e ripetuti aggiornamenti, rifacimenti dell’avionica, ed altri adattamenti… l’AB 212 è ancora in servizio. Circa 45 anni dopo! Questa longevità fa dell’AB 212 veramente un elicottero per tutte le stagioni.
Né si deve pensare che sia in servizio solo con le forze armate italiane, per amor della produzione nazionale: l’elicottero è in servizio, tra gli altri stati, in Spagna, Grecia, Turchia, Austria, Perù, Venezuela, Iran e Arabia Saudita.
L’AB 212: MOTIVI DI UN SUCCESSO
Molto è già stato scritto sull’argomento. Ma un parere in più non può guastare.
L’elicottero è nato dopo le prime esperienze della Bell con i Bell 204 e 205. I famosissimi elicotteri “del Vietnam”, gli Huey, che andavano dappertutto e portavano quasi tutto (uno, il 205, era un po’ più grande dell’altro). Potenti ma anche maneggevoli e di dimensioni ideali. Ma i 204 e 205 avevano il grosso difetto, per un elicottero medio tattico: avevano una sola turbina. Il Bell 212, invece, aveva ed ha due turbine; in caso di avaria di una delle due, l’elicottero può continuare a volare. Ecco quindi un elicottero di dimensioni contenute, versatile, maneggevole, in grado di portare 14 persone o una notevole quantità di carico (o di equipaggiamento, o di armamento)… e in più c’è la garanzia data dalla ridondanza dell’apparato motore.
L’Agusta riuscì a scavarsi una propria nicchia, nella quale fece concorrenza anche alla Bell, che pure aveva concesso la licenza: si è trattato soprattutto degli elicotteri navali. Infatti diversi dei servizi dei paesi elencati sopra che adoperano l’AB 212 sono le rispettive marine o guardie costiere.
ALCUNE DELLE VERSIONI
Alcune delle versioni più recenti dell’AB 212 testimoniano ulteriormente il fatto che questo velivolo riesce incredibilmente a stare al passo coi tempi (almeno negli ambienti operativi a minaccia media o bassa). Il caso più esemplare è quello della versione ICO (l’acronimo significa Implementazione Capacità Operativa secondo l’AMI, Incremento Capacità Operativa secondo altri), che è un modello per Combat Search and Rescue (C/SAR). Con corazzature aggiuntive in kevlar, lanciatori di flares per la difesa contro missili a ricerca termica, e due mitragliatrici Beretta MG42/59 ai portelloni, questi elicotteri sono in grado di svolgere missioni di ricerca e recupero anche in un ambiente ostile come quello afgano – e infatti sono stati schierati laggiù.
La Marina, da parte sua, usa gli AB 212 ASW e ASuW, quindi come piattaforma sia per la guerra ai sottomarini che alle unità di superficie, con una panoplia di sensori sonar e radar – ed armati con siluri o missili antinave.
Infine, c’è anche la versione ECM/ELINT Gufo per la guerra elettronica.
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